EUR/USD, il cambio consolida sotto 1,1500 con dollaro USA sempre più forte

Il cambio EUR/USD rimane sotto pressione al di sotto della soglia di 1,1500, puntando a nuovi minimi annuali. L’inflazione statunitense spaventa il mercato, sostenendo il dollaro statunitense. La speculazione della Fed continuerà a influenzare il sentimento di mercato, in un contesto di trading con volumi calanti per le festività.

L’analisi tecnica evidenzia come l’indicatore Relative Strength Index (RSI) sul grafico a quattro ore sia sceso sotto 30, indicando condizioni di ipervenduto. L’ultima volta che l’RSI è sceso sotto 30 a fine settembre, EUR/USD ha messo in scena un rimbalzo e ha guadagnato quasi 70 pips nelle due settimane successive prima di giungere a un minimo inferiore. Quindi, un’azione simile potrebbe essere osservata nel breve termine. Al ribasso, il supporto iniziale si trova a 1,1455 (minimo giornaliero) davanti a 1,1430 (livello statico) e 1,1400 (livello psicologico).

D’altra parte, il primo obiettivo di recupero potrebbe essere visto a 1,1500 (livello psicologico). Una chiusura giornaliera sopra questo livello potrebbe aprire la porta per ulteriori guadagni verso 1,1530 (supporto precedente, livello statico) e 1,1550 (media mobile semplice a 20 periodi).

Passando poi all’analisi fondamentale, ricordiamo come il cambio EUR/USD abbia subito pesanti perdite dopo che i dati sull’inflazione statunitense hanno innescato un’ondata di acquisti di dollari, ma le prospettive tecniche suggeriscono che ci potrebbe essere una correzione tecnica. Tuttavia, la coppia scambia ancora al suo livello più basso da luglio 2020 intorno a 1,1470.

Il Bureau of Labor Statistics degli Stati Uniti ha intanto riferito che l’inflazione annuale negli Stati Uniti, misurata dall’indice dei prezzi al consumo (CPI), è salita al livello più alto dal 1990 al 6,2% in ottobre. Con questa lettura che ha portato i mercati a valutare più del 70% di possibilità di un aumento dei tassi della Federal Reserve entro giugno 2022, il biglietto verde ha superato i suoi rivali e il rendimento dei titoli del Tesoro USA a 10 anni ha guadagnato quasi l’8% su base giornaliera.

La divergenza di politica monetaria tra la Banca centrale europea (BCE) e la Fed rimarrà probabilmente il motore principale dell’azione di EUR/USD nel breve termine.

Tuttavia, i mercati monetari dell’eurozona stanno ora prezzando un aumento della BCE di 10 punti base entro settembre, rispetto a dicembre della scorsa settimana. Questo sviluppo suggerisce che i mercati pensano che la BCE non sarà in grado di ignorare le pressioni sui prezzi per molto tempo. A meno che diversi politici della BCE non decidano di rinunciare alla narrativa “nessun rialzo nel 2022”, il rialzo di EUR/USD potrebbe rimanere limitato nel breve termine.

I mercati obbligazionari statunitensi saranno chiusi oggi a causa della festività del Veterans Day e ci si aspetta che i volumi di trading rimangano sottotono.

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