EUR/USD, il cambio si consolida sotto quota 1,1300 con il dollaro USA sempre più forte

Il cambio EUR/USD rimane sulla difensiva sotto quota 1,1300, leggermente sopra il minimo di 16 mesi di 1,1250 toccato venerdì scorso. Le aspettative da falco della Fed continuano a sostenere il biglietto verde in uno scenario contraddistinto da rinnovati nervosismi europei a causa del COVID-19. L’indicatore RSI fornisce un segnale di ipervenduto, impedendo ai trader ribassisti di piazzare nuove posizioni.

Sul grafico a quattro ore, infatti, l’indicatore Relative Strength Index (RSI) è vicino a 30. Tuttavia, abbiamo visto l’RSI cadere fino a 20 la scorsa settimana prima che la coppia mettesse in scena una correzione tecnica. Il livello di 1.1250 è oggi il primo supporto tecnico. Nel caso in cui questo livello si trasformi in resistenza, si potrebbe assistere ad ulteriori perdite verso 1.1200 (livello psicologico) e 1.1140 (livello statico, ex resistenza). Al rialzo, le resistenze si trovano a 1,1300 (livello psicologico), 1,1320 (SMA a 20 periodi) e 1,1370 (livello statico, SMA a 50 periodi).

Per quanto concerne i fondamentali, l’euro non riesce a prendersi una pausa, con gli investitori che rivalutano la possibilità che la Banca centrale europea (BCE) aumenti i suoi tassi l’anno prossimo tra le rinnovate preoccupazioni per i blocchi legati al coronavirus. Anche se il quadro tecnico a breve termine suggerisce che una correzione tecnica è in ritardo, è improbabile che le prospettive fondamentali aprano le porte a un recupero convincente dell’euro.

Il cambio EUR/USD è inoltre sceso bruscamente dopo che l’Austria ha annunciato venerdì che entrerà in una chiusura nazionale per almeno 20 giorni. Anche la Germania starebbe considerando la chiusura di scuole e ristoranti per combattere la quarta ondata COVID.

D’altra parte, il dollaro continua a trovare domanda con i mercati che aumentano le scommesse per un aumento dei tassi della Fed prima del previsto. Il vicepresidente della Fed Richard Clarida, che all’inizio del mese ha sostenuto che i parametri di riferimento per il rialzo dei tassi potrebbero essere raggiunti entro la fine del 2022, ha detto che potrebbe essere opportuno discutere l’accelerazione del ritmo del tapering degli asset a dicembre. Allo stesso modo, il governatore della Fed Christopher Waller ha suggerito che la Fed potrebbe iniziare a ridurre gli acquisti di asset di 30 miliardi di dollari da gennaio per avere la flessibilità di aumentare il suo tasso di politica prima, se necessario.

Stando ai dati del CME Group, i mercati stanno ora valutando una probabilità del 28,4% che la Fed lasci il suo tasso di riferimento invariato entro giugno, rispetto al 33% di venerdì.

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